Quando loro giunsero all'Oscurità trovarono l'informe quiete della Morte...
Un mondo senza differenze né vita.Un luogo di abissi profondi e scuri, calmi come il fondo degli oceani.
Durante le loro meditazioni presagirono ciò che un tale luogo sarebbe potuto divenire ed allora si divisero ed allora tutto iniziò.
Erano alti come le montagne venture, le teste ornate di corone di quarzo ed i capelli intessuti di stelle lucenti.
Pronunciarono le parole...
E nessuno potrebbe descrivere quel che si udì.
Oggi, in questo mondo così diverso e tribolato, la nostra lingua si è imbastardita a tal punto in filiazioni e scissioni da aver perso qualsiasi significato e ricordo di ciò che l'Ur-lingua fu.
Venne la prima parola, poi vennero tutte le altre.
A seguire furono riferite frasi ed urlati discorsi in quella che fu la prima lingua: la lingua dei Creatori.
Si levarono montagne, sprofondarono abissi, venne il fuoco e con esso la scintilla della vita ed i boschi, venne l'acqua per stemperare la fiamma primordiale, colmare gli abissi e donare la calma del mondo di prima ad un mondo appena nato.
Da essi nacque tutto ciò che venne dopo, ogni elemento ed ogni conflitto.
Poichè ancora oggi sta scritto che "Il Conflitto è il padre di tutte le cose"...
Infine donarono una coperta fatta di scuri capelli al mondo, ché gli occhi da fuori non potessero scrutarlo, e lo intesserono con le stelle che erano rimaste.
Come vennero se ne andarono, lasciarono a germogliare i frutti del cambiamento e del conflitto. Sopiti.
Fu così che nacquero i loro figli, irradiati dalla luce delle penombra stellare.
Nacquero dagli elementi, dotati di corpi semi-eterni e ad immagine di quei giganti-invisibili.
Plasmati dal conflitto, il conflitto sarebbe stato il loro destino.
Le schiatte prima si diedero battaglia, per trovare coloro che tra i propri ranghi li avrebbero guidati come Signori, e poi sancirono una tregua per trovare il luogo che gli spettava.
C'è chi lo trovò negli abissi profondi dove eresse cittadelle marine fatte di vetro e quarzo, chi fuggì con i propri figli nelle nuvole tra le stelle per celarsi in torri invisibili, chi invece si votò alla razzia e al viaggio creando grandi vascelli mossi dal vento...e molto altro ancora...
Quei figli-giganti, tra tutte le cose, agognavano il possesso della parola e dell' Ur-linguaggio, poiché bramavano la conoscenza assoluta di ciò che solo in parte compenetravano.
La loro lingua, nata dal Conflitto, si era già scissa e diversificata.
Ad ogni schiatta apparteneva ora una parte di quel che fu il Primo Potere, ma nessuna avrebbe mai ottenuto l'intero poiché per natura erano opposti e conflittuali.
Fu allora che nacque la scrittura.
Per mano di un singolo profeta-studioso, di stirpe ignota e dal corpo privo di quella possanza che contraddistingueva i suoi simili, che viaggiò presso ogni Signore, temuto per la sua diversità quanto rispettato per la sua saggezza. Egli raccolse le parole.
Con che strumenti? Con quale intento?
Non possiamo dirlo. Tutto quel che sappiamo è che ciò che raccolse fu descritto come 'L'eco di ciò che era stato e che ancora riverbera nelle orecchie e nella mente dei figli più antichi...'
Il lavoro di una vita, di cento vite forse, fu compiuto in un singolo uomo, ma d'altronde si sa che i più deboli nel corpo sono i più audaci nello spirito...
Ciò che avvenne dopo quell'atto rivoluzionario si può definire come Tragedia.
La scrittura consentì ai Signori di manipolare, in maniera ancora più profonda, il mondo. L'eco della prima lingua, la lingua degli Dei, ora si mostrava nella sua interezza ai figli che per mezzo di esso interpretavano e leggevano il mondo.
Pochi segreti resistettero allo scrutare indagatore dei Signori che si levarono, ognuno per conto proprio, al rango di Dei.
Si levarono così in alto che guardandosi attorno non videro più i propri figli, già dimenticati, ma bensì si scorsero l'un l'altro e allora la scintilla del Conflitto tornò a bruciare.
I Signori fecero ciò che per natura erano destinati a fare. Fu guerra e fu la fine.
Muniti delle armi degli Dei i figli portarono l'olocausto sulla propria gente...
Dai campi di battaglia nacquero nuove montagne, nuove foreste, nuovi mari e distese gelate.
Dalle loro anime morenti si levò una fiamma che ascese nel cielo stellato e lo mutò, illuminando un mondo nuovo.
Dai loro cadaveri strisciarono fuori nuove creature, imperfette e fallate, il cui destino è ignoto perfino agli Dei-Creatori che ancora dormono...
Le vestigia di quel mondo riverberano ancora nel nostro...
le antiche reliquie dormono attendendo in luoghi pericolosi ed oscuri.
Sotto il ghiaccio, nelle vene della terra, presso i sacrari di religioni dimenticate.
Il potere delle antiche rune è consumato, ma guai a chi ne sottovaluti la pericolosa e seducente tentazione.
Esse cantano all'anima degli uomini più coraggiosi, chiamandoli a sé per vedere la luce del nuovo mondo!
Quelle armi e quegli utensili, forgiati con carboni generati da fiamme eterne, appartengono ai figli immortali degli antichi dei!
Non all'uomo che, imperfetto e fallato, mai dovrà brandire tali armi!
Udite il canto delle rune, come chiamano i folli ed i temerari!
Mai vedano il sole, mai vedano gli usurpatori poiché allora gli occhi dei dormienti si apriranno!
Temete gli occhi dei creatori!
Ciò che è stato riportato alla luce dopo scavi ed esplorazioni...
Alcuni oggetti, composti di metallo ed altre leghe fuse insieme in modi che oltrepassano le nostre conoscenze tecniche, ritrovati in luoghi che è meglio non dire. Sono infusi di magia? Il metallo che li forma è lavorato con utensili incantati? O è il puro e semplice potere delle rune a renderli tali? Che sia questo l'eco delle prime parole...
Una coppia di asce
Fredde al contatto, le lame sono innestate su un'impugnatura d'osso/avorio perfettamente fusa col metallo azzurrognolo che ne forma la lama. La lega è sconosciuta, inoltre sia le lame che le impugnature appaiono visibilmente usurate e rovinate, ciò nonostante l'integrità sembra perfettamente equiparabile a quella di un'ascia di nuova forgiatura o forse ne è addirittura superiore.
Entrambe le asce hanno una runa, estremamente usurata e di difficile lettura, incisa sul piatto della lama.
L'artefatto è dotata di proprietà portentose.
Sbattendole una contro l'altra con forza il suono che ne scaturisce è incredibilmente potente e roboante. Esso è comparabile a quello di un tamburo da guerra.
[1 azione- sbatti le asce e crei un suono roboante ed assordante. E' udibile a grandi distanze e chi in tua prossimità (4,5 metri) viene assordato, cd 14 cos. ; d6 ricarica]
Inoltre toccando le rune sulle lame con una mano scoperta queste si ricopriranno di un sottile strato ghiacciato che andrà a riempire le imperfezioni dovute all'usura della lama, donandole un aspetto ancor più portentoso ed alieno.
[1 azione bonus- tocca le asce per ricoprirle con una patina di ghiaccio dalla natura misteriosa. Esso rende le armi più taglienti donando un bonus di +2 al danno, il ghiaccio sale lentamente sul personaggio donandogli immunità al danno da freddo (cold) e resistenza a quello da fuoco (fire), l'effetto dura 1 minuto. D8; ricarica]
Le asce emettono una luce azzurrognola quando la temperatura si abbassa sotto lo 0°, tuttavia questa luce può essere schermata facilmente con un panno. Allo stesso modo l'ascia destra è in grado di alterare la temperatura degli oggetti semplicemente puntandola contro uno di essi.
[Luce come una torica, non si ha controllo sull'effetto; l'ascia destra può lanciare 'heat metal' ( vedi inc.) ma anziché scaldare - raffredda. d4 ricarica]
Uno scudo
Ottenuto da quella che sembra un'unica scaglia e lavorato a goccia. Presenta una moderata curvatura esterna, utile per deviare i colpi, ed è composto da almeno due leghe. Una è scura e ferrosa (ferro nero?), mentre la fascia superiore appare lucida come l'argento. Questa ha assunto una sfumatura rossastra nel momento in cui è stato estratto dalle rovine in cui è stato trovato, vibrando all'unisono con la runa, inscritta sull'interno in un carattere chiaro e leggibile.
Lo scudo, perfettamente conservato, è incredibilmente leggero nonostante la stazza, e appare come cavo all'interno, come se avesse una sorta di intercapedine, l'integrità appare nuovamente illesa da questa stranezza costitutiva.
L'oggetto è dotato di proprietà portentose.
Ha un'incredibile resistenza al fuoco, temperatura estreme sembrano appena scalfirlo. Forse che la runa indichi proprio questa affinità elementale? Inoltre se esposto alla fiamma o ad una temperatura elevata lo scudo sembra assorbirne, parzialmente, l'energia. Come un sifone. Le implicazioni a riguardo sono molteplici...
[Quando lo impugni sei immune al danno da fuoco (fire). Quando sei esposto ad un danno di questo tipo lo scudo si riscalda (diviene tiepido), puoi utilizzare il calore in vari modi (l'energia accumulata varia in base all'entità della fiamma da 1 a 3). Se piantato a terra dona il calore di un fuoco in un raggio di 3m, senza però la combustione e la luce. Se steso in maniera orizzontale può scaldare o cuocere alimenti che necessitano della temperatura di una fiamma. Se impugnato a due mani e/o alzato sopra la testa sprigiona una forte luce, simile a quella di un faro per un tempo variabile in base al calore rimanente.]
Lo scudo ha un incantamento estremamente potente che può essere esteso all'area circostante. Quando questo viene piantato a terra una forza misteriosa si palesa.
[1 azione-pianti a terra lo scudo e ne richiami il potere per difendere i tuoi alleati. Un campo di energia si leva in una sfera del raggio di 3m, donando un bonus di deviazioni +2 alla Ca dei tuoi compagni e la resistenza all'elemento affine allo scudo. L'effetto dura 1 minuto; d10 ricarica]
Una lama di cristallo
Creato da una misteriosa fusione tra acciaio e quello che appare come vetro o quarzo, uno degli oggetti più particolari. La sua runa è parzialmente ricoperta dal quarzo presso l'elsa, la lama è sottile ed estremamente appuntita, l'arma ricorda un stocco in tutto e per tutto. Quando viene estratta la luna riluce flebilmente e la lama, semi trasparente, si colora di una vena violaceo/azzurrina. La lama è così leggera da essere difficilmente utilizzabile, inoltre rispetto alle altri armi appare come molto più fragile ed esposta a rotture. Forse le sue peculiari caratteristiche di fusione la rendono tale.
[Ogni volta che esegui un attacco e questo colpisce c'è 1d10 chance che l'arma si usuri, la prima usura è sulle lamine di quarzo, la seconda sull'elsa, la terza sulla lama stessa che si rompe irreparabilmente. Per ogni usura l'arma ottiene un -1 al colpire, alla terza diviene inutilizzabile.]
L'arma è dotata di proprietà portentose.
Nonostante la sua fragilità se ben adoperata l'arma risulta essere rapida ed estremamente letale, il suo taglio è reciso come un ago chirurgico e le micro-lame di cristallo la rendono affilatissima.
[l'arma è un'arma +3 (al tiro per colpire e al danno)]
L'infusione di cristallo rendono la mano di chi la utilizza ancor più rapida nel movimento. Laddove uno spadaccino porterebbe un fendente chi utilizza lo stocco di cristallo è in grado di portarne due.
[Quando esegui un'azione di attacco puoi portare un attacco aggiuntivo come azione bonus]
Se si rotea la lama e la si muove in maniera ritmata ( come farebbe un direttore d'orchestra!) sarà possibile sviluppare un suono simile a quello di bicchiere di cristallo sfregati o di un triangolo. Forse la causa del suono sono i pori dell'arma uniti all'infusione runica. Chiunque oda la musica ne verrà ammaliato oppure, in base alla tonalità, addormentato.
[1 azione- si rotea la lama e si produce una musica di due tipi. La prima affascina come per l'incantesimo 'charm person' entro 9 metri, la seconda addormenta come per l'incantesimo 'Sleep' entro 6 metri. Cd 14 per entrambe; d8 ricarica]
Una Daga
Fusa in un unico blocco e dalla sottile curvatura, appare scura e minacciosa.. L'impugnatura è avvolta da un cuoio conciato e resistente mentre la lama ha il filo macchiato di nero. Non è possibile rimuove la macchia.
La daga è lunga come una spada corta, ma più stretta e facile da celare.
La runa è iscritta sulla parte superiore della lama.
L'arma è dotata di proprietà portentose
Quando viene utilizzata non lascia ferite visibili. Non esistono segni di entrata né di uscita della lama, tuttavia ad un'attenta analisi la lama sembra 'distruggere' i tessuti colpiti 'dall'interno'.
[l'arma non lascia segni esterni, penetra la carne come burro tuttavia non viene spillato sangue né ferita viene palesata sul corpo. Il danno base dell'arma è 'Force' ]
Se una goccia di sangue viene premuta sulla runa e passata sul filo macchiato l'arma 'muta'. In questa forma la daga si allunga e si annerisce, inoltre emana un flebile alito di vento palpabile su tutta la superficie. La corrente pervade il braccio e guida la lama nei colpi mirati.
[Come azione bonus è possibile svegliare la runa e mutare la spada, l'effetto dura 1 minuto e la spada potrà essere lanciata come un'arma da lancio (pugnali etc.) nei propri attacchi entro una portata di 6m/9m. la lama ritorna in automatico al proprietario al termine del turno, guidata dal vento. Inoltre la lama risulta più letale e sembra cercare i punti vitali del proprio nemico ( se ne ha) , quando è possibile la portata di critico aumenta a 19/20, in questa forma la lama infligge ferite normalmente il danno non è considerato 'force' ma 'piercing'. L'orgine delle macchie. Rircarica d10]
N.B.
- Tutti questi oggetti sono considerati 'magici'.
- Laddove vi è scritto 'd4/d6/d8/10' ricarica' significa che quando tale potere viene utilizzato si lancerà un dado e sul risultato massimo l'abilità potrà essere riutilizzata nello stesso giorno/ora/combattimento etc. Es. utilizzo lo scudo, rollo 1d10 e faccio 10, al termine della battaglia potrò riutilizzarla. Se il tiro fallisce non si potrà utilizzare il potere per 1d4 giorni.
- Si può forzare il potere della runa, se si è fallito il tiro e non si vuole aspettare che la runa sia di nuovo carica si può forzare l'abilità, questa funzionerà tuttavia al termine dell'utilizzo c'è la possibilità che la runa perda tutto il suo potere e si cancelli...
Un commento
Questa meccanica è per rendere l'idea del potere di queste 'parole' tramandate e dal potere sopito, sono batterie di energia, non sono infinite e hanno bisogno di tempo per ristabilirsi.
Come fanno a ricaricarsi? Da dove traggono il loro potere? Perché è necessario un contatto tra l'utilizzatore e la runa in molti casi? Queste sono altre domande...
Una nota a margine, gli oggetti qui proposti sono resi meccanicamente per la 5E di D&D, in generale non mi piace rendere un oggetto magico con un semplice +1 etc. ( in qualche caso è necessario, vedi lo stocco che rende perfettamente l'idea nel suo essere letale ma fragile), e quindi ecco questo post e queste armi opportunamente create per una delle mie campagne!
Certo dopo lo sconclusionato ed altisonante preambolo potrebbero apparire 'deboli', ma questo dipende da come si vedono le cose...infatti, come ho scritto sopra, si potrebbero sviluppare molti interrogativi a partire proprio da 'semplici' oggetti magici e dalla loro origine.
A presto!
(Art ref. - Sconosciuto; dark souls 1- kiln of the first flame artwork; escher-occhio; dark souls 3 sprite- dragonslayer axe; dark souls 3 sprite- black knight shield; dark souls 3 sprite- crystal sage rapier; dark souls 1 sprite- priscilla's dagger)
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