venerdì 8 dicembre 2017

I morti

Malkavia rubò il fuoco


dai mondi che vennero prima e dagli angeli già morti, sciolse il ghiaccio e creò l'acqua.
Diffuse il calore e ci insegnò della vita e della morte, di come riportare indietro i nostri cari; ci insegnò le lingue di ciò che è immobile ed eterno, della roccia e dei boschi e delle bestie; delle stelle scintillanti. Ci insegnò come trarre il ferro e poi le leghe dal Fuoco, di come spostarsi sopra i venti che soffiano tra gli astri.
Creò tutto ciò che c'era da creare, uccise tutto ciò che si poteva uccidere e forgiò armi miracolose dalle spoglie dei vinti.


Malkavia sognò di una città e la ottenne, con il Fuoco e con la roccia. Si divise dagli Altri. Creò una casa per noi e ci insegnò a non aver paura.


Sognò di 7 figlie, ognuna delle 7 fatta con ciò che amava di più e con il Fuoco e con un uomo che era anche una Tigre, nacquero.


C'erano...

i ragni gemelli , per i soffici ragni bianchi e neri che si abbracciano e danzano oltre il sole

la donna serpente, per gli uomini che per primi crearono poesia

la madre stella, per la luce e per il velo che separa questo mondo dal prossimo

la sorella terra, per la profondità e l'infinitezza, ma pur sempre sofferente

la figlia uccello, il cui soffio portava luce e bellezza ovunque

e un'ultima figlia che è nostra Madre, non possiamo darle nome se non Tristezza


Malkavia donò un trono di nero metallo ad ogni figlia, un metallo la cui lega non puo' esser spezzata e il cui tocco potrebbe uccidere la stessa Malkavia.


E poi tutto passò e vennero cose che furono buone e cose che furono terribili e noi giungemmo qui dove siamo oggi e abbiamo dimenticato la nostra prima casa e la via per tornarci.


Malkavia langue tra la vita e la morte, le sue figlie morte o scomparse, la sua città un sepolcro sotto al quale ella piange fiumi eterni di veleno e indifferenza. I fiumi scorrono per sempre, nelle nostre acque. Ci ricordano la morte e così moriamo o diventiamo pazzi.


La sua città e la nostra prima casa, collezione di tesori, altare e trono del miglior Dio, è perduta per tutti tranne che per Morti e per coloro così sfortunati da esservi invitati.

I nostri antenati sono mostri
C'è un qualche rapporto tra i morti e i vivi. I morti desiderano alcune cose (anime, armi, aiuto per quelle cose che non possono o non vogliono fare in prima persona) e promettono in cambio ai mortali ciò che questi desiderano disperamente. Raramente finisce bene.

Mandano lettere, fredde e azzurrine, sigillate da cera che ricorda la carne e che brucia in una fiamma cerulea se toccata dal giusto destinatario. Inviano uccelli, molti uccelli, forse tutti gli uccelli sono i loro messaggeri o i loro alleati, almeno quelli piccoli e furtivi e quelli grandi e neri. Gli uccelli possono portare lettere oppure sussurrano nelle orecchie dei dormienti con becchi tintinnanti.

Che cosa dicono i morti sulla città, su cosa accade
..il riposo tranquillo, luogo di lutto e rimpianto, il Bazaar Grigio e l'attesa di Malkavia, del suo ritorno dalla tomba delle figlie.

Malkavia vive
in acqua e fuoco, i suoi occhi sono navi in fiamme che bruciano in mare, le sue dita tizzoni, i suoi denti braci che macinano scintille nell'oscurità.
La si puo' svegliare dal lutto e dalla sofferenza con la giusta violenza, con le giuste informazioni sulle debolezze del traditore, con frammenti dei troni neri e con il cadavere di una tigre.
Ella a volte risponde in maniera assai distante a queste cose e ritorna sempre alla propria sofferenza e al proprio lamento. Nel frattempo potrebbe decidere di disfare e ricreare ciò che le piace, ciò che desidera. Ella è creazione e follia, in unico istante.

(fonti immagini: sconosciuta; dks 3 the ringed city)

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